AURORA

Cerco di fare tutto quel che devo, mentre soffro a ogni cosa.

Tutto il male del mondo tormenta il mio io, e i dolori, e gli altri, i rancori, la loro gratuita incapacità d’amare.

Ho preso l’odio e l’ho messo da parte, dentro i resti di fumo che nel senso di nulla fan rumore alla notte. Risveglio.

Dentro cocci di vetro di bottiglie senz’ anima pianto grane ai ricordi, e al pensiero nel petto, faccio centro sul fuoco dei colori imperfetti che nessuno ha inventato.

Si fa giorno di notte, si fa giorno in un niente, dentro i tetti di carta che non bruciano al sole, nella luna prudente che mi gira per casa, ricordo.

E il freddo, e il caldo, e le immagini, luna. Le molecole instabili che non hanno padrone, la sorpresa è nel tempo, dietro i pezzi incastrati, silenzio. Il tassello dei giorni.

Dietro laghi incantati e sogni cercati, pochi giorni vissuti, negli odori sopiti degli oblii smarriti, tra quei cocci taglienti delle strade lasciate.

Tocco stoffa bagnata e cammino su legno, dentro il sole del giorno che urla in silenzio, tocco i pezzi di te da cui sono stordito,          tra le cose confuse che ritornano a posto.

Ma tu chi sei, se le lacrime ho pianto che non piango mai, se i miei conti non tornano, se l’infinito vacilla.                          Chi sei, se le colpe hanno perso la memoria, se non lasciano traccia, dentro piccole macchie lasciate per strada.    Colore.

Ho immolato la vita alla magnifica musa, sogno dei sogni dentro il magico sogno. Le ho donato fierezza e coerenza, il linguaggio nuovo, il dolore, e speranza, la mia parola.

Urlerò per ore, e poi per giorni, mentre ogni giorno ha un colore, e spessore, quando a decidere non sono più i sogni.                  Urlerò dall’alto dirupo, da dove tu potrai sentire, e capire, e dentro piccole opere saprai farmi l’amore.

 Solo, mai solo, via dal grigio pregresso e dal nero sommesso, mentre nasce il colore, e rivedo, aurora.