il buco bianco
Il Buco Bianco
Era ieri, quella spinta, appena un soffio, rompe il sonno. I pensieri miei si aprono, e la musa chiama, dolcemente, categorica, irresistibile.
Mentre abbraccio il nuovo giorno con la notte che urla accanto, trovo tracce di colore, sulle mani, recente, tra le linee di saggezza del dolore dentro il tempo, che passa. Quelle strade di esperienza.
I miei sistemi di coerenza e la logica giustizia hanno i piedi ancora saldi, ma il pendio del corpo sporge, sul vuoto, sopra anime erranti variegate nel colore, e io punto la meta.
La partenza terrena offre accesso limitato, dentro mondi sovrapposti, i percorsi di dolore, la consapevolezza, luce. Troppi varchi negati, la gravità ci trattiene e non libera il volo, ci ricorda ogni momento la condizione umana.
E io rompo la materia, tradizioni e prospettive, ogni residuo, convenzione. Dentro un passo inesorabile svelo l’inganno.
La porta nuova, il grande buco bianco, nuove parole e ogni mezzo. Rintraccio chiavi e codici, e le dimensioni alternative si annunciano possibili, e ciò che era non è più, il campo si fa ricco.
Crollano gli spazi, e pareti, mentre impossibili restano gli inganni, torti e domande, la fonte dei sussulti. E mentre scrivo, la solitudine umana mi attanaglia, compagna del mio viaggio, ma era ieri.